Storia ammirevole desunta dagli Annali di Publio Africano Maggio (Noctes Atticae, Libro 6, Paragrafo 1, Sezioni 1 – 4) | AULO GELLIO

Versione originale in latino

Quod de Olympiade, Philippi regis uxore, Alexandri matre, in historia Graeca scriptum est, id de P. quoque Scipionis matre, qui prior Africanus appellatus est, memoriae datum est. Nam et C. Oppius et Iulius Hyginus aliique, qui de vita et rebus Africani scripserunt, matrem eius diu sterilem existimatam tradunt, P. quoque Scipionem, cum quo nupta erat, liberos desperavisse. Postea in cubiculo atque in lecto mulieris, cum absente marito cubans sola condormisset, visum repente esse iuxta eam cubare ingentem anguem eumque his, qui viderant, territis et clamantibus elapsum inveniri non quisse.

Id ipsum P. Scipionem ad haruspices retulisse; eos sacrificio facto respondisse fore, ut liberi gignerentur, neque multis diebus, postquam ille anguis in lecto visus est, mulierem coepisse concepti fetus signa atque sensum pati; exinde mense decimo peperisse natumque esse hunc P. Africanum, qui Hannibalem et Carthaginienses in Africa bello Poenico secundo vicit. […]

Traduzione all’italiano

Quello che è scritto nella storia greca di Olimpiade, madre di Alessandro, è dato in memoria anche per la madre di Publio Scipione, che per primo fu chiamato l’Africano. Infatti Caio Oppio, Giulio Igino e altri, che scrissero sulla vita e sugli affari dell’Africano, raccontano che sua madre sterile fu ritenuta sterile per molto tempo, e che Publio Scipione, con cui era sposata, avesse perso la speranza di (avere) figli. Tempo dopo, quando la moglie giaceva sola nel letto, dormendo profondamente, senza il marito, fu visto dormire accanto a lei un enorme serpente e, quando quelli che lo avevano visto urlarono atterriti, sparì e nessuno poté trovarlo. Publio Scipione stesso espose questo fatto agli auruspici, che, fatto il sacrificio, risposero che sarebbe nato un figlio. Infatti non molti giorni dopo che quel serpente fu visto nel letto, la moglie iniziò a patire i sintomi della gravidanza; quindi il decimo mese partorì questo Publio Africano, che vinse Annibale e i Cartaginesi nella seconda guerra punica. […]

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