Il genitivo è usato in latino per determinare appartenenza a un determinato insieme, proprio o figurato. Può essere tradotto in italiano, a seconda dei casi, in diversi modi.
Genitivo epesegetico o dichiarativo
È il vero e proprio complemento di specificazione, in quanto esprime la specie di un genere, ossia specifica, determina un concetto generico.
Vulgare amici nomen sed rara est fides |
Il nome di amico è comune ma la lealtà e rara |
Il concetto di “nome” è specificato dal genitivo amici, “di amico”.
- Inimicus, amicus, aequalis, propinquus, familiaris quando sono usati come aggettivi reggono il dativo della cosa di cui si è amici o nemici ecc.(in alcuni dialetti italiani questa costruzione è ancora oggi usata, basti infatti pensare alla forma “essere amico a qualcuno”)
Boni improbis […] amici esse non possunt |
Gli onesti non possono essere amici dei malvagi |
- Il genitivo epesegetico, unito a causa o gratia, forma sintagmi usati per indicare il fine di un’azione.
Vercingetŏrix […] Gallos hortatur ut communis libertatis causa arma capiant[18] |
Vercingetorige esorta i galli a impugnare le armi per la comune libertà |
Genitivo di possesso
Il genitivo di possesso precisa l’appartenenza di una persona o una cosa a un’altra.
Cimon atheniensis, Miltiădis filius |
Cimone ateniese, figlio di Milziade |
- Il genitivo di possesso può avere funzione:
Galea Marci lucida est. |
L’elmo di Marco è lucido |
Haec galea est Marci |
Quest’elmo è di Marco |
- In presenza del genitivo di possesso di un nome proprio, il termine che indica la parentela stretta è spesso sottinteso
Marcus Titi |
Marco [figlio] di Tito |
- In presenza del genitivo di un nome di divinità, il termine templum è spesso sottinteso: Ad Iovi = Ad templum Iovi.
- Il possesso può venire espresso con altre strutture sintattiche:
- genitivo in funzione attributiva
- dativo (In Pompeiano theatro = In theatro Pompeii – Si veda dativo di possesso più avanti)
Genitivo soggettivo
Metus hostium |
Il timore dei nemici |
Dal contesto si potrà capire se i nemici (hostium) sono il soggetto logico del “temere” (metus). Quindi la frase significherà “il timore che i nemici provano”.
Genitivo oggettivo
Metus hostium |
Il timore dei nemici |
Dal contesto si potrà capire se i nemici (hostium) sono l’oggetto logico del “temere” (metus). Quindi la frase significherà “il timore per i nemici”. spesso il genitivo oggettivo in italiano è preceduto dalle particelle “per, verso, contro, riguardo a..”
Genitivo di qualità
Indica le qualità morali possedute permanentemente da qualcuno. Si può trovare in due funzioni:
- attributiva
- predicativa (con verbo sum)
C. Volusenus […] vir et consili magni et virtutis. |
Gaio Volseno, uomo sia di grande senno che valore |
Vive memor quam sis aevi brevis. |
Vivi memore di quanto sia tu di vita breve |
Questo costrutto espprime generalmente qualità permanenti. Per qualità non durature, si usa invece l’ablativo strumentale-sociativo.
Genitivo di pertinenza
Il genitivo di pertinenza (o di convenienza) indica la persona a cui si addice un compito, la persona che per convenienza sociale deve fare, o la qualità in cui rientra un certo comportamento. È usato sempre in funzione predicativa, con il verbo sum, ed è utile usare espressioni del tipo “è proprio di…” “è dovere di…” ecc.per tradurlo correttamente.
«Est adulescentis maiores natu verēri.» |
«È dovere del giovane rispettare gli anziani.» |
«Cuiusvis hominis est errare nullīus nisi insipientis perseverare in errorem.» |
«È proprio di tutti gli uomini sbagliare, di nessuno fuorché degli stolti perseverare nell’errore.» |
- Quando la persona a cui tocca il compito o il dovere dovrebbe essere espressa con un pronome, esso è di norma sostituito da un possessivo, come accade peraltro in italiano, alla forma nominativa neutra. Alla terza persona si troverà solamente eius, eorum, a meno che non si tratti di un riflessivo. Nel caso si tratti di un riflessivo, si troverà suum.
«Ne mihi noceant (homines scelerati ac nefatii) vestrum est providere» |
« È compito vostro provvedere a che non mi facciano alcun danno (quegli uomini scellerati ed empi).» |
Altri genitivi di specificazione e appartenenza
Alla funzione di specificazione e appartenenza si possono ricondurre anche:
- Genitivo di età, usato soprattutto in dipendenza da nomi come puer, adulescens, senex in espressioni del tipo puer decem anorum (un ragazzo di dieci anni – letteralmente dieci di anni)
- Genitivo di misura, in espressioni come classis ducentarum navium, (una flotta di duecento navi – letteralmente flotta di duecento di navi)
- Genitivo che segue una locuzione di tempo in espressioni come pridie eius diei (il giorno precedente – letteralmente il giorno prima di quel giorno.
«Secum duxit filium Hannibalem annorum novem» |
«Condusse con sé il figlio Annibale di nove anni» |
«Aggerem ac vallum XII pedum extruit.» |
«Costruì un terrapieno e una palizzata di 12 piedi.» |
Genitivo partitivo
La parola in genitivo indica la totalità, di cui si prende in considerazione una parte soltanto. È spesso usato per determinare sostantivi o pronomi interrogativi e indefiniti che indicano una parte, oltre che avverbi che indicano una quantità. Al suo posto può essere usato l’ablativo o l’accusativo preceduto dalla preposizione inter.
«Maior pars mortalium de naturae malignitate conquerĭtur.» |
«La maggior parte dei mortali si lamenta della malignità della natura.» |
Il genitivo partitivo si trova inoltre comunemente usato:
- dopo un superlativo relativo
- dopo l’interrogativo uter e gli indefiniti plerique, uterque, neuter, quando seguiti da un pronome
- dopo avverbi di luogo e tempo
«Iugurtha homo omnium […] sceleratissimus.» |
«Giugurta, l’uomo più scellerato di tutti.» |
«Uter nostrum est cupidior?» |
«Chi di noi è il più desideroso?» |
«Ubi terrarum sumus?» |
«In quale parte della terra ci troviamo?» |
Il genitivo con gli aggettivi
Un sostantivo in genitivo riferito a un aggettivo specifica a che realtà è riferito l’aggettivo.
- Si può trovare il genitivo di relazione dopo aggettivi che indicano:
-
- Desiderio, passione, interesse, avversione
- Abbondanza, mancanza, privazione
- Partecipazione ed esclusione
- Conoscenza, ignoranza, esperienza, inesperienza
- Somiglianza e diversità
«Laudis avidi erant.» |
«Erano avidi di gloria» |
«Plena errorum sunt omnia.» |
«Tutto è pieno di errori» |
«Erant complures […] consilii huiusce particĭpes nobiles» |
« C’erano parecchi nobili al corrente di questo piano» |
«(Nostri erant) huius generis pugnae imperīti» |
«(I nostri erano) inesperti di questo tipo di combattimento» |
«Me […] tui similem existimasti» |
«Mi hai considerato simile a te» |
- Possono essere seguiti da un genitivo di relazione anche alcuni participi, se usati con funzione di aggettivo.
«Corpus patiens inediae, algōris, vigiliae» |
«Il (suo) corpo (era) capace di sopportare la fame, il freddo, il sonno» |
- Specialmente nel latino arcaico e poetico, è possibile trovare genitivi di relazione in dipendenza da sostantivi e aggettivi non segnalati precedentemente.
«Sanus mentis» |
«Sano di mente» |
«Integer aevi» |
«Non toccato dall’età [giovane]» |
«Fessi rerum» |
«Stanchi della situazione» |
Il genitivo in funzione di oggetto
In taluni verbi intransitivi in latino ma transitivi in italiano, il complemento obbligatorio o attante con funzione di oggetto compare in genitivo. Si tratta delle seguenti categorie:
- I verbi di memoria (memini, reminiscor, commoneo, obliviscor)
- I verbi di privazione (egeo, indigeo, careo)
- Il verbo potior nelle formule come potiri rerum (impadronirsi del potere). Talvolta compare anche in altri casi costruito con il genitivo, ma comunemente regge la costruzione con l’ablativo
- Verbi e aggettivi che indicano dominio. Va però osservato che mentre per gli aggettivi il genitivo è comune, per i verbi è raro e compare quasi solo in testi poetici
- Memini neque umquam obliviscar noctis illius
- Ricordo e non dimenticherò mai quella notte.
- Indigeo tui consilii
- Ho bisogno del tuo consiglio.
- Rerum potiri volunt
- Vogliono impadronirsi del potere.
- Daunus agrestium regnavit populorum
- Dauno regnò su popoli contadini.
Genitivo avverbiale con i verbi di stima
I verbi che significano stimare, considerare, valere, contare sono solitamente accompagnati da forme avverbiali con la terminazione in genitivo come magni, pluris, plurimi, maioris, maximi, parvi, minoris, minimi, nihili, tanti, quanti.
- Voluptatem virtus minimi facit
- La virtù non stima per nulla il piacere.
- Parvi sunt foris arma nisi est consilium domi
- Valgono poco le armi all’esterno, se non c’è senno in patria.
Genitivo con verbi di accusa e condanna
I verbi che significano accusare, portare in giudizio, dimostrare la colpevolezza, condannare, assolvere sono quasi sempre seguiti dal genitivo del sostantivo indicante la colpa di cui si è assolti o accusati o condannati.
- Nicomedes furti damnatus est
- Nicomede fu condannato per furto.
-per esprimere la colpa viene talvolta usato, al posto del genitivo, de + ablativo
- Damnare aliquem de maiestāte.
- Condannare qualcuno di lesa maestà.
Questo costrutto è sempre usato con il sostantivo vis che è privo di genitivo.
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